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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

10-12-2017

Dicembre 2017


Qualche mese fa, in un mio editoriale, avevo fatto un parallelo tra le campagne mediatiche no-vax e quelle che da qualche anno interessano il nostro amato latte. Infatti, le logiche e lo schema usato per gettare discredito sui due prodotti (i vaccini da una parte e il latte dall’altro) sono i medesimi: qualche frase a effetto in apparenza ragionevole, ricerche di ignoti studiosi, lettura faziosa dei risultati degli studi altrui.

Falsa scienza che circola indisturbata, non solo su Internet – la rete è per sua stessa natura allergica a qualunque briglia – ma anche sui canali televisivi e radiofonici, dove sarebbe doveroso evitare di dare la parola a santoni e saltimbanchi della pseudoscienza su temi così importanti come quello della salute delle persone.

Chiudevo la mia riflessione auspicando uno scatto di orgoglio da parte di chi di scienza vera vive, di chi ha passato anni sui libri ad approfondire le conoscenze sulla fisiologia, sull’alimentazione e sulla nutrizione umana.

Mi sembra che qualche importante passo avanti sia stato fatto e che un primo scatto d’orgoglio sia arrivato. Mi riferisco a due recenti volumi, che fanno chiarezza sul ruolo del latte nella dieta e che spero contribuiscano a mettere a tacere chi – per ignoranza – continua a parlar male del latte.

Il primo si intitola “Il latte. Sì o no? Cosa dice la scienza”, pubblicato dalla Fondazione Veronesi. Il secondo, “Il latte vaccino, ruolo nell’alimentazione umana ed effetti sulla salute”, un documento di consenso elaborato da Nutrition Foundation of Italy, che ha raccolto le opinioni di università e società mediche: pediatri e geriatri, gastroenterologi e cardiologi, ortopedici e studiosi di osteoporosi, dietologi, esperti di alimentazione e nutrizione, medici dello sport ed esperti di malattie del metabolismo, diabetologi ed endocrinologi, perfino ginecologi e ostetrici, con un contributo dell’Istituto superiore di Sanità e del Crea, quello che si chiamava Istituto nazionale della nutrizione ed aveva come presidente il caro Carlo Cannella.

Non che prima di questi lavori mancassero testi di riferimento. Alcuni anni fa, per esempio, Assolatte aveva lavorato con i massimi esperti italiani per la stesura del primo “Libro bianco del latte”, la summa di tutte le conoscenze in materia.

E, parlando di studi sul latte, posso testimoniare che non c’è settimana nella quale non vengano pubblicati un nuovo lavoro o una nuova ricerca sugli effetti positivi della bianca bevanda.

I libri dei quali parlo, però, hanno alcuni grandi pregi: in primo luogo sono aggiornati agli ultimi studi in materia. La ricerca va avanti e le nostre conoscenze aumentano di anno in anno. È molto positivo, quindi, che periodicamente si faccia il punto della situazione. In secondo luogo raccolgono firme particolarmente prestigiose e al di sopra delle parti. In terzo luogo dicono, senza giri di parole, che lavori come il “China study” sono delle vere e proprie bufale scientifiche. Il che conferma quello che noi diciamo da anni: l’autore del volume è un ciarlatano.

Non mi illudo che i due testi riescano a far cambiare idea a chi – per motivi che davvero non riesco a comprendere – ha deciso di credere (sarebbe meglio dire “bersi”) alle mille fandonie sentite dalla starlette o dal vegano di turno.

Sono convinto però che mettere i puntini sulle “i” sia fondamentale, che bisogna insistere per far capire ai consumatori il discrimine tra scienza e pseudoscienza, tra informazione e disinformazione, tra fonti autorevoli e fake news.

Tocca a noi, ora, diffondere i contenuti dei lavori, perché, a differenza di quanto successo per le vaccinazioni, non arriverà mai una legge a imporre alle persone di consumare più latte.

Auguri, quindi, e non solo per le prossime festività!

Adriano Hribal


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