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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

29-07-2020

Agosto 2020


Zoom, Teams, Cisco Webex, Skype: chi più ne ha, più ne metta. E poi webinar, streaming, conference call, meeting on line...

Fatte salve rare eccezioni, fino allo scorso inverno erano davvero pochi quelli che utilizzavano a scopo professionale questi strumenti e queste piattaforme per parlarsi, “incontrarsi”, discutere, confrontarsi. Poi è arrivato il maledetto Coronavirus. Ci è stato imposto di barricarci in casa, ci è stato raccomandato di lavorare “da remoto” (per piacere, basta parlare di smart working), ci è stato vietato di incontrare parenti, amici, conoscenti, colleghi e collaboratori. Vietato riunirsi, vietato vedersi!

C’è voluto qualche giorno per riorganizzarci, poi – con una capacità di adattamento che non può lasciarci indifferenti e che è prova definitiva che l’uomo è un animale sociale – abbiamo imparato a conoscere e a usare meglio computer e web, a prendere dimestichezza con nuovi strumenti e nuove tecnologie. La velocità di reazione è stata ammirevole e dobbiamo davvero complimentarci con noi stessi per la fantasia che abbiamo usato per non rimanere indietro o con le mani in mano.

Tutto bene, quindi? Purtroppo, no!

Come spesso accade in tante vicende umane, si è rapidamente passati da un eccesso all’altro. Non c’è giorno che non arrivino inviti a questo, a quell’evento o all’ennesimo seminario, organizzato da questa o quella organizzazione, sempre sulla rete, ovviamente, molto spesso per parlare di temi triti e ritriti.

Ogni settimana arrivano decine di inviti a riunioni e conference call, dove spesso si discute del più e del meno, di tutto e del contrario di tutto. Senza parlare dei corsi e dei seminari a cui partecipare o da scaricare sul proprio personal computer. Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? (Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?) tuonava Cicerone quasi duemila anni fa.

Lanciamo il medesimo grido di allarme: si sta esagerando!

Nei momenti difficili – e questo lo è davvero – bisogna concentrarsi sui fondamentali, rimboccarsi le maniche e lavorare sodo.

Il che è impossibile se si sta perennemente connessi alla rete, dove comunque manca il contatto umano e si perdono sfumature fondamentali nelle relazioni interpersonali.