MENU

Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

31-07-2019

Agosto 2019


Nuvole all’orizzonte, nonostante l’estate. Gli Stati Uniti accusano l’Europa di foraggiare a piene mani Airbus, creando una distorsione della concorrenza a danno della Boeing. Per sistemare le cose, il presidente Trump propone al Senato americano di fissare dazi altissimi (il 100% in valore) su un interminabile elenco di prodotti europei. Bisogna punire l’Europa e recuperare 20 miliardi di dollari.
 
Per motivi difficili da capire, i dazi non riguardano il settore aerospaziale o la sua componentistica, ma tantissimi prodotti alimentari, formaggi compresi.
 
La prima audizione presso il Senato Usa lascia tutti a bocca aperta. Tanti imprenditori statunitensi chiedono all’uomo più potente del mondo di mollare la presa: i dazi – sostengono – sono una pessima idea e colpirebbero anche molte imprese americane che creano ricchezza e posti di lavoro.
 
Solo i farmers e alcuni industriali caseari incitano Trump ad andare avanti. Del resto, sostengono, i formaggiai europei vogliono la botte piena e la moglie ubriaca: pretendono di portare i loro formaggi negli Usa a costo zero, per contro impediscono di esportare Parmesan, Asiago e Fontina made in Wisconsin nel Vecchio continente. Un’onta da lavare a suon di bigliettoni!
 
Come se non bastasse, ecco il carico da undici. Il Ccfn – consorzio che ritiene che buona parte delle Indicazioni geografiche protette in Europa siano nomi di prodotti comuni – va oltre e propone di vietare del tutto le importazioni delle Dop europee.
 
Un pasticciaccio.
 
La Commissione europea (in ristrutturazione dopo le elezioni) mostra i denti: non vuole trattare e minaccia ritorsioni ancora peggiori, con una lista di prodotti a stelle e strisce su cui imporre dazi.
I singoli Paesi europei sono troppo deboli per affrontare il tycoon yankee: bisognerebbe convincere i suoi fedelissimi che “chi di dazi colpisce, di dazi perisce”.
 
Cui prodest una nuova guerra commerciale? Cosa c’entrano i formaggi italiani in una querelle che riguarda un altro settore e altri Paesi? L’Italia neanche partecipa al consorzio Airbus.
 
Non si può non essere preoccupati per quello che potrebbe succedere se non si troverà una soluzione.
 
Mentre tanti parlano e rilasciano roboanti dichiarazioni, Assolatte è attiva sulla Commissione europea, con i ministri e le ambasciate.
 
È in contatto con gli importatori americani per proporre soluzioni.
 
Le risposte delle istituzioni difettano di concretezza e – purtroppo – non si vedono risultati. Mentre la memoria va alle proteste dello scorso inverno, quando il crollo dell’export del Pecorino Romano portò per strada centinaia di pastori e provocò manifestazioni violentissime...