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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

13-03-2017

Marzo 2017


Dal vocabolario della lingua italiana:
· Cacofonia: stonatura dovuta specialmente ad accordi errati, a strumenti o voci non accordati insieme.
· Polifonia: combinazione simultanea di più voci o strumenti, in cui ciascuno svolge un proprio disegno melodico indipendente.
· Sinfonia: complesso di vari elementi armonicamente fusi tra loro.

Perché parto da queste tre definizioni? Perché nel settore alimentare – da troppo tempo – viviamo nella più totale cacofonia. Tutti parlano per sostenere le proprie tesi, tanti lo fanno ad alta voce oppure in piazza, per coprire il suono degli altri. Il risultato è una fastidiosa cacofonia, un insieme di suoni che vanno ognuno per proprio conto. Impossibile trovare soluzioni condivise.

Uno dei casi più recenti è quello del Decreto sull’indicazione dell’origine in etichetta per il latte, che entrerà in vigore tra poche settimane. Nelle intenzioni di chi lo ha prima invocato e poi preannunciato con gran battage mediatico, il Decreto risponde alle esigenze e alle richieste di trasparenza dei consumatori italiani. In realtà, mira a far crescere il valore (leggasi prezzo) del latte italiano. Dimenticando le leggi base dell’economia: il prezzo di qualunque prodotto dipende dal mercato e quindi dalla domanda e dall’offerta. E quando si forza la mano facendo aumentare forzatamente i prezzi, la domanda cala e di conseguenza anche i prezzi si riallineano.

Anche noi su questo tema abbiamo detto la nostra, sostenendo che disciplinare solo a livello nazionale una materia così importante comporta più svantaggi che vantaggi. I venti di chiusura protezionistica che soffiano forte e attraversano tutta l’Europa stanno mandando in fumo l’enorme lavoro di armonizzazione delle regole che ha favorito tutte le imprese italiane: se possiamo importare mangimi, sementi, concimi e altri fattori di produzione senza problemi e se esportiamo sempre più prodotti agricoli e agroalimentari è merito anche del fatto che armonizzazione fa rima con libera circolazione.

Ma, tant’è, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!

Volevamo un tavolo di discussione per condividere le nostre preoccupazioni con gli altri protagonisti della filiera, per trovare (o almeno cercare) soluzioni che venissero incontro alle richieste dei consumatori e del mondo agricolo, ma che non fossero penalizzanti o addirittura punitive per le imprese che lavorano in Italia, ma non è stato possibile: anche questa volta si è preferito ascoltare solo chi ha fatto più rumore.

Eppure, la norma riguarda le nostre aziende: chiede di apportare importanti modifiche alle linee di produzione, impatta sul lavoro quotidiano delle imprese, crea difficoltà nei rapporti con i fornitori esteri; obbliga a utilizzare indicazioni poco chiare e, spesso, ingannevoli per il consumatore. E sminuisce e mortifica il nostro “saper fare”, fiore all’occhiello dell’industria alimentare italiana e orgoglio del made in Italy nel mondo.

Chissà quando si capirà che su temi così importanti è necessario un approccio polifonico, nel quale ogni suono è ugualmente importante.

Mentre resta un’utopia pensare che in futuro si riescano a creare vere e proprie sinfonie.

Adriano Hribal

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