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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

21-02-2021

Febbraio 2021


Ci risiamo: un’altra crisi di governo, un altro cambio ai vertici del ministero per le Politiche Agricole. Un dicastero che ha una storia molto travagliata, con continui cambi di nome, ruoli e competenze. Con il referendum del 1993, anno in cui più di tre quarti dei 39 milioni di italiani votanti ne chiese – a torto o a ragione, chissà – l’immediata soppressione, perché le competenze fossero europee e regionali.

Un settore alla cui guida si sono avvicendate decine di persone.

Dall’Unità d’Italia al referendum che portò alla caduta dei Savoia ne abbiamo contati 52 e Teresa Bellanova è stata la quarantesima ministra dell’Italia repubblicana! Dal 1860 a oggi, in media, ogni anno e mezzo l’agricoltura nazionale è stata affidata a un nuovo responsabile. Scorrendo la lunga lista di nomi vediamo statisti, economisti e molti personaggi di rilievo per la politica nazionale, ma anche persone che poco o nulla hanno fatto per l’agroalimentare tricolore. Alcuni li ricordiamo con affetto e ammirazione, altri sono passati come meteore e non hanno lasciato segno.

A discolpa di tutti, va detto che per chi non è nel settore è una missione quasi impossibile lasciare un’impronta, dovendo partire ogni volta da zero, con a disposizione – come abbiamo visto – meno di due anni di tempo.

Eppure, tutti dicono che l’agroalimentare è un settore chiave per l’economia del Paese e che meriterebbe maggiore attenzione. Soprattutto, diciamo da tempo, meriterebbe più tutele e più attenzioni chi ogni giorno raccoglie e valorizza le migliori materie prime nazionali e internazionali, trasformandole in prodotti di qualità, di alto valore aggiunto. Ed è riconosciuto in tutto il mondo per le sue indiscusse capacità di produrre pasta, sughi, salumi, formaggi e vini a dir poco eccezionali.

Chi scrive, però, è un inguaribile ottimista e spera che prima o poi il vento cambi. Chissà che non sia proprio il prossimo ministro a farlo.

Mentre scriviamo non sappiamo ancora chi sarà. Ma, in ogni caso, vogliamo fargli i nostri migliori auguri di buon lavoro.