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Attualità

NO AI SEMAFORI IN ETICHETTA: SONO INGANNEVOLI E PENALIZZANTI

01-08-2013

La proposta della Gran Bretagna metterà in crisi l'export dei grandi formaggi italiani.


Assolatte condivide le riserve espresse dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in merito alla decisione della Gran Bretagna di etichettare gli alimenti con il cosiddetto sistema dei “semafori”, che utilizza tre diversi colori per evidenziare il contenuto di grassi, zuccheri e sale.

Questo sistema di codici cromatici, ora in uso per i cibi pronti, sarà esteso in Gran Bretagna anche agli altri prodotti alimentari. E questo senza attendere le nuove regole UE sull’etichettatura nutrizionale previste per il 2014.
 
Assolatte è da sempre contraria a questo schema di etichettatura perchè oltre ad essere privo di consistenza scientifica è in contrasto con l’obiettivo di armonizzazione delle regole UE in materia d’informazione ai consumatori.
Ma è anche ingannevole: attribuisce infatti un "codice rosso" a molti alimenti senza tener conto delle loro specificità nutritive: considerando solo alcuni componenti dei cibi (come i grassi saturi o sale) e isolandoli dal contesto in cui sono presenti, si rischia di banalizzare la ricchezza e la varietà nutrizionale di alcuni alimenti, tra cui proprio i formaggi.
 
I nostri formaggi, sia freschi che stagionati, sono alimenti preziosi che fanno parte della dieta mediterranea e sono apprezzati in tutto il mondo per la loro qualità.

PER APPROFONDIRE IL RUOLO DEI FORMAGGI NELLA DIETA MEDITERRANEA:
l'attualita' della dieta mediterranea nel terzo millennio
la piramide alimentare della dieta mediterranea moderna

Con questo sistema, invece, i formaggi che esportiamo sul mercato inglese sarebbero coperti da warning e semafori rossi e gialli.
Tutti i formaggi italiani, sia quelli tradizionali a denominazione d’origine (come Gorgonzola e Grana Padano), sia quella tradizionali (come mozzarella e provolone) sia quelli più innovativi (come i formaggi spalmabili) verrebbero quindi percepiti come alimenti “negativi”.

E grave sarebbe anche il danno economico per le imprese e il settore lattiero caseario italiano, visto che la Gran Bretagna è il nostro quarto mercato estero per dimensioni. Nel 2012 abbiamo esportato circa 27.000 tonnellate di formaggi, per un controvalore di oltre 178 milioni di euro.

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C’è il rischio, poi, che i semafori vengano utilizzati dalle catene della GDO anglosassone per selezionare i propri fornitori, rafforzando così ancor di più il loro potere negoziale.
 
Nato dalla volontà  di supportare i consumatori inglesi nella lotta contro l’obesità, questo sistema rischia di sortire l'effetto opposto: penalizza molti alimenti etichettandoli come "sbagliati", anche se di alto valore nutrizionale, senza però indirizzare verso un’alimentazione equilibrata, gratificante e consapevole.
Ad esempio, il Parmigiano Reggiano o l’olio extravergine di oliva ottengono il "bollino rosso" perché, contro ogni logica nutrizionale o educativa, vengono valutati su 100 grammi di prodotto anziché a porzione. Ma chi consuma 100 grammi di olio di oliva o di Parmigiano?