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Burro di montagna: Scoprite il sapore unico del tradizionale burro dell'arco alpino

Oggi parleremo proprio di un formaggio speciale, prodotto in particolare nell’arco alpino: il burro di montagna, un alimento che anche nella sua produzione conserva un fascino evocativo di antiche tradizioni.Siete pronti a scoprire tante curiosità interessanti?


Il fascino della montagna regala anche al cibo un sapore diverso. Sono moltissimi i prodotti che dalle montagne arrivano sulle nostre tavole, dalla frutta ai dolci fino ai secondi piatti e ai formaggi. Oggi parleremo proprio di un formaggio speciale, prodotto in particolare nell’arco alpino: il burro di montagna, un alimento che anche nella sua produzione conserva un fascino evocativo di antiche tradizioni.Siete pronti a scoprire tante curiosità interessanti?

Il burro di montagna
Il burro di montagna è caratterizzato da una pasta compatta che non presenta tracce di siero e di acqua. Inoltre il suo colore è tendente al giallo paglierino più o meno intenso.
La produzione di questo burro, che avviene in particolar modo sugli alpeggi dell’alta Valle Elvo, in provincia di Biella, in Piemonte, è rimasta legata a un’antica tradizione e questo rende il sapore di questo formaggio ancora più speciale.

Come in passato, anche oggi, infatti, il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione di Maria, si procede al tradizionale rito della benedizione del burro che viene poi distribuito ai fedeli in tanti piccoli panetti. Questo è un rito che precede la salita agli alpeggi, edifici antichissimi che, generalmente, si trovano vicino alle sorgenti e, nei mesi estivi, diventavano per molti la casa che fungeva anche da stalla e da caseificio.
Annesso agli alpeggi, si trovavano e, in alcun casi si trovano ancora, delle casette costruite con la pietra e chiamate fraidél. All’interno di queste costruzioni, si incanalava l’acqua della sorgente che aveva la temperatura ideale, ovvero di 6°C circa, per il raffreddamento del latte e per il corretto affioramento della panna, che avveniva in paioli in rame chiamati parél. Era così, e così ancora oggi succede, che si otteneva il burro di montagna.

Attraverso la lavorazione della panna affiorata dai paioli di latte che venivano riempiti da due mungiture diverse, si cominciava a produrre questo prodotto dell’eccellenza montanara. Dopo l’affioramento della panna, si passava alla separazione del latticello e, successivamente, al lavaggio del burro. Entrambe queste operazioni avvenivano nella zangola, sempre attraverso l’uso dell’acqua fresca di sorgente. Dopo aver battuto il composto per eliminare i liquidi rimasti, il burro veniva sapientemente sagomato in tanti panetti diversi sui quali veniva inciso il marchio del produttore.

In base alla tradizione, ogni famiglia possedeva un marchio diverso che potevano essere le iniziali oppure poteva essere caratterizzato da disegni di piante, fiori o animali. Il marchio veniva tradizionalmente inciso con un attrezzo in legno d’acero. Dopo la marchiatura, il burro veniva di nuovo immerso nell’acque fresca della sorgente e veniva lasciato lì a indurire per un periodo che poteva variare dalle 12 ore a un’intera settimana.

Oggi, i parèl e le zangole per la produzione del burro di montagna sono in acciaio, ma la tecnica di produzione di questo prodotto così speciale è rimasta invariata. Ancora oggi, il burro di montagna vene conservato nei fraidél.