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Latte vaccino per neonati

Latte vaccino per i neonati

Scopri le caratteristiche del latte vaccino e come farlo inserirlo gradualmente nella dieta dei neonati


Il latte vaccino è un ottimo alimento da consumare in tutte le fasi della vita, perché contiene molte sostanze nutrienti quali carboidrati, proteine e grassi, che servono a far funzionare al meglio l’organismo.

In tenera età, è consigliato che il neonato venga nutrito con il latte materno dalla madre finché sia possibile per lei produrlo. Infatti il latte materno è il primo alimento che il neonato ingerisce ed è importantissimo per la sua dieta, perchè contiene molti nutrienti fondamentali per la crescita corretta del bambino. Anche il Ministero della Salute ha emanato una circolare (n. 16 del 24/10/2000) che invita le Regioni a controllare che nei reparti di maternità si consigli effettivamente di allattare il bambino finché sia possibile, perché si sa che questo spesso non accade per via di ragioni estetiche legate all’aspetto fisico della madre dopo l’allattamento.

Spesso accade però anche che le mamme non riescano a produrre abbastanza latte per il loro bambino, o non riescano a produrne affatto. Diventa perciò necessario dare al bambino un sostituto di questo latte, il cosiddetto latte di accrescimento. Questo latte è formulato sulla base del latte vaccino, e contiene tutti i nutrienti che servono al bambino come le proteine, i sali minerali, il calcio, il fosforo e gli acidi grassi essenziali.

Il latte vaccino è comunque un ottimo sostituto anche del latte di crescita, perché contiene tutti i nutrienti di cui ha bisogno il bambino, gli fornisce energia grazie alle proteine, ossia il lattosio, e i grassi, caratterizzati da un’ottima digeribilità grazie alla particolare struttura dei loro acidi a catena corta, facilmente assimilabili.

Inoltre, consumare regolarmente il latte vaccino aiuta a prevenire l’insorgenza della “lattasi deficienza”, ossia la carenza di lattasi. Questo fenomeno accade perché spesso i bambini in età infantile non sono stati nutriti a sufficienza con il latte vaccino, e perciò non avendo sviluppato l’enzima della lattasi, che aiuta a digerire il lattosio, sono più portati in seguito a soffrire di intolleranza al lattosio.

Questo effetto è stato studiato dai ricercatori di Tel Aviv, il cui studio è stato pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology[1]. Secondo questo studio, dare al neonato una piccola quantità di latte vaccino nei primi 15 giorni di vita diminuisce per il 19% il rischio di intolleranze durante il corso della sua vita, rispetto ai neonati che non hanno assunto il latte vaccino in questo periodo.

Dare il latte vaccino ai neonati dopo lo svezzamento, quindi circa al 6° mese di vita, è molto importante, perché il latte è un alimento ricco di nutrienti come il calcio, e probabilmente la fonte più facilmente assimilabile di questo nutriente. Assumere un minerale importante come il calcio fin dalla tenera età e per tutta la vita è fondamentale per una buona salute del corpo anche in età avanzata, perché il calcio aiuta a rinforzare le ossa, e allo stesso tempo previene l’insorgenza di una patologia molto grave legata alla carenza di questo minerale, l’osteoporosi. Infatti, durante i primi trent’anni di vita, consumando regolarmente latte e latticini ricchi di calcio si raggiunge il “picco di massa ossea”, ossia il massimo della calcificazione possibile: ciò significa che fino ai 30 anni, il corpo è in grado di accumulare il massimo del calcio che si assume quotidianamente, che gli servirà poi durante tutto il resto della vita, a partire proprio dai 30 anni, quando comincia la riduzione della massa ossea.

Oltre al calcio, il latte vaccino fornisce al bambino le vitamine, tra cui la B12, che aiuta a produrre i globuli rossi nel sangue, la B2, che favorisce la respirazione cellulare, e la vitamina A, essenziale per la crescita, la vista e anche per proteggere il sistema immunitario.

Dopo l’anno di età, il latte vaccino può essere dato al bambino nella quantità di 350 ml al giorno, e non di più, perché altrimenti si incorre in un sovraccarico di proteine che possono risultare dannose per il fegato. Man mano che il bambino cresce, si può aumentare anche la dose di latte vaccino giornaliera, passando a 400 ml ai 2 anni di vita, fino a mezzo litro fino ai 5 anni di età. Questa dose giornaliera, corrispondente a due tazze di latte vaccino, assicura al bambino il corretto apporto di vitamina D, senza impoverire le riserve di ferro, come studiato dai ricercatori del St. Michael’s Hospital in Canada, e riportato dalla rivista Pediatrics[2].
I ricercatori hanno inoltre dimostrato che consumare una quantità superiore di latte a livello giornaliero porta invece a carenze di ferro e nessun beneficio per quanto riguarda la vitamina D.

Riferimenti
 

  • Yitzhak Katz, Nelly Rajuan, Michael R. Goldberg, Eli Eisenberg, Eli Heyman, Adi Cohen, Moshe Leshno. Early exposure to cow's milk protein is protective against IgE-mediated cow's milk protein allergy
  • Jonathon L. Maguire, Gerald Lebovic, Sharmilaa Kandasamy, Marina Khovratovich, Muhammad Mamdani, Catherine S. Birken, Patricia C. Parkin, on behalf of the TARGet Kids!, Collaboration. The Relationship Between Cow’s Milk and Stores of Vitamin D and Iron in Early Childhood