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DOC - Prodotti a Denominazione di Origine Controllata

DOC - Denominazione di Origine Controllata

Tutto sulla denominazione DOC, la Denominazione di Origine Controllata


La Denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) nasce nel 1966 in Italia per garantire al consumatore un prodotto di alta qualità, di cui si conosce esattamente l’origine e che difficilmente può essere contraffatto, grazie al sistema di controlli e di esami che vengono effettuati sul prodotto durante la produzione.

Questo marchio ha origine sulla scia del marchio AOC (Appellation d’Origine Controlée) presente nella vicina Francia sin da metà del 1800 e viene utilizzato per identificare i vini di alta qualità. Conoscere l’origine di un vino è molto importante, perché si identifica così la sua storia e gli si imputa la giusta fama che gli appartiene.

Per identificare un vino DOC da uno privo di tale riconoscimento, basta semplicemente leggere i suoi “dati” nella fascetta posta tra il collo della bottiglia e il tappo, dove è indicato il marchio DOC e un numero apposto sulla carta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che consente di tracciare la bottiglia fino all’origine.

I vini insigniti della Denominazione di Origine Controllata devono essere prodotti seguendo attentamente il loro disciplinare: devono essere prodotti in una zona specifica, che può essere ricondotta a un territorio, ma anche a un paese, una frazione o addirittura una vigna, delimitata da specifiche strade; inoltre, questi vini devono essere di alta qualità: invece, se la qualità del vino è particolarmente alta, ancora più di quello DOC, a questo viene invece assegnato il marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).

La DOC, assieme alla DOCG, sono state sostituite nel 2008 dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), ma grazie al regolamento CE n. 607/09, è ancora possibile applicare in etichetta sia il vecchio marchio, ad esempio DOC, sia quello nuovo, ormai obbligatorio, in modo da aiutare i consumatori abituali nell’acquisto del vino e non confonderli con nuove sigle.

I vini, per essere riconosciuti a marchio DOC, devono provenire da zone già attestate a marchio IGT (Indicazione Geografica Protetta) da almeno 5 anni, che devono essere state rivendicate da almeno il 35% dei viticoltori interessati a rendere il vino DOC; inoltre devono rappresentare almeno il 35% della produzione dell'area interessata. Il disciplinare seguito dai vini DOC è più restrittivo rispetto a quello seguito dai vini IGT: allo stesso modo, i vini DOCG devono seguire un disciplinare ancora più condizionante di quelli a marchio DOC, perché di maggiore qualità.

Il marchio DOC nasce nel 1966, 3 anni dopo quello DOCG: nonostante questo, il primo vino bianco ad essere insignito del marchio DOC è stata la Vernaccia di San Gimignano il 6 Maggio 1966, mentre i primi a ottenere il riconoscimento DOCG sono stati il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, ma soltanto nel lontano 1980. Al 2016, i vini insigniti del marchio DOC in Italia son ben 332, sparsi per tutta la penisola.

Il disciplinare che regola la produzione dei vini DOC è strutturato in diverse parti: denominazione e vini, dove sono presenti il nome del vino e la sua tipologia, la base ampelografia, la zona di produzione, le norme per la viticoltura e le norme per la vinificazione. Inoltre sono presenti anche altri parametri distintivi, quali le caratteristiche al consumo, la designazione e la presentazione, il confezionamento e infine il legame con l’ambiente geografico.

Sotto “denominazione e vini”, sono riportati tutti i nomi dei vini insigniti dei marchi DOC riconducibili alla tipologia di vino principale, come ad esempio “Abruzzo bianco” o “Abruzzo rosso”, in riferimento all’Abruzzo DOC. Nell’articolo seguente del disciplinare invece è riportata la composizione dei vitigni e il loro nome nel dettaglio.

Nella zona di produzione sono riportate specificatamente tutte le zone di produzione del vino a cui si riferisce, indicando nei dettagli la zona, il paese, o addirittura il territorio che può essere compreso tra delle strade o delle conformazioni naturali. A seguire, sono descritti i metodi di mantenimento dei vitigni, ossia la potatura, la densità e l’irrigazione; inoltre è descritto anche il titolo alcolometrico volumico minimo delle uve. Successivamente, sono riportate le zone di vinificazione, il metodo di ottenimento del vino e la sua resa per ettaro di vitigno.

Nelle caratteristiche al consumo sono invece descritte le peculiarità chimico-fisiche e organolettiche di ogni tipologia di vino prodotta dai vitigni della zona di produzione DOC: il colore e anche la sua tonalità specifica, l’aroma e il sapore, che non possono essere differenti da come riportati nel disciplinare; inoltre, è segnato inoltre anche il titolo alcolometrico volumico minimo e la sua acidità totale minima. Infine, sono presentati gli aggettivi che possono essere utilizzati in etichetta, quali “scelto”, “selezionato” e simili, l’annata e la vigna. Nel confezionamento è riportato invece il volume della bottiglia utilizzata, il materiale della bottiglia e anche quello del tappo e la sua forma.

Infine, nel legame con l’ambiente geografico è riportato il clima presente nelle zone di produzione e trasformazione del vino, la composizione del terreno, le precipitazioni e persino la storia del vino se presente.