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Nutrizione e salute

FORMAGGI E COLESTEROLO: DALLE NUOVE SCOPERTE VIA LIBERA AL CONSUMO DEI PRODOTTI CASEARI

11-04-2018

Recenti studi pubblicati su alcune prestigiose riviste internazionali rimettono in discussione il rapporto tra formaggi e colesterolo. Come afferma Assolatte, il merito è della scoperta dell’effetto anticolesterolomizzante di alcuni componenti del latte e del focus sul ruolo insostituibile dei formaggi in una corretta alimentazione. Ora sappiamo, sottolinea Assolatte, che c’è meno colesterolo nel Gorgonzola che in una porzione di gamberi o in due uova.


Buone notizie da Assolatte per chi deve tener d’occhio il colesterolo: non è necessario bandire i tanto amati formaggi ma li si può tornare a consumare, in serenità, perché nelle giuste quantità non solo non innalzano il livello del colesterolo nel sangue, ma, anzi, svolgono un effetto opposto. Sono queste le rivoluzionarie conclusioni a cui arrivano alcune ricerche recenti che hanno messo in discussione uno dei “miti” nutrizionali più radicati e datati.

Tutti gli approfondimenti sul tema sono contenuti ne L'Attendibile®, la newsletter di Assolatte, FORMAGGI & SALUTE, NOVITÀ INTERESSANTI.

Uno studio condotto da un pool di università svedesi e pubblicato sull’”American Journal of Clinical Nutrition” ha indagato il ruolo della “milk fat globule membrane” (MFGM) nel limitare l’assorbimento del colesterolo e dei trigliceridi nell’organismo umano. Gli studiosi, riporta Assolatte, ipotizzano che proprio la maggiore o minore presenza di questa membrana a tre strati – che avvolge i grassi del latte e che è ricca di fosfolipidi (70%) e di proteine - sia la discriminante che condiziona l’impatto metabolico dei grassi contenuti nei diversi prodotti lattiero-caseari, formaggi compresi. 

Un altro lavoro che induce a ripensare in chiave positiva il rapporto tra formaggi e colesterolo è quello realizzato all'Università di Copenaghen e pubblicato sull'”American Journal of Clinical Nutrition” che ha rivelato il lato “buono per la salute” dei prodotti caseari. Come sottolinea Assolatte, il consumo giornaliero di 80 grammi di formaggi, freschi o stagionati, non ha provocato aumenti del giro vita, degli zuccheri o del colesterolo “cattivo” (Ldl) e ha generato, invece, un incremento del colesterolo “buono” (Hdl).

Alcuni ricercatori hanno adottato un altro approccio: hanno tracciato il bilancio dei vantaggi e degli svantaggi conseguenti all’abolizione del consumo di formaggi, concludendo che eliminare i formaggi sembra la scelta meno conveniente. E questo perché - oltre al piacere di gustare alimenti tanto radicati nella cultura gastronomica italiana e nella dieta mediterranea – rinunciare ai formaggi significa perdere una quantità importante di calcio, di proteine “nobili”, di vitamine (in particolare la A e quelle del gruppo B, come la B12) e di oligoelementi preziosi (come zinco e selenio).  

Dunque, conferma Assolatte, l’attenzione si sposta al giusto consumo di formaggi, quantificato anche in un’ottica di controllo dell’intake di colesterolo: quanti sono consapevoli che 100 grammi di formaggio apportano in media 70 mg di colesterolo, ossia lo stesso quantitativo contenuto in 100 g di bresaola, o in 100 g di orata o branzino d’allevamento, o in 100 g di carne di vitello, o in 100 g di carne di pollo o tacchino?

E quanti sanno che mangiando due uova si assume da 4 a volte più colesterolo che consumare una fetta di formaggio? E che in 100 grammi di gamberi c’è il doppio del colesterolo rispetto alla stessa quantità di Gorgonzola?

Come conclude L'Attendibile® - la newsletter di Assolatte FORMAGGI & SALUTE, NOVITÀ INTERESSANTI - alla luce di questi studi e di queste evidenze scientifiche, abolire i formaggi sembra una scelta sbagliata e controproducente. Decisamente meglio continuare a consumare i formaggi, nei giusti quantitativi e nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata. Le indicazioni concrete di consumo le fornisce la nuova piramide alimentare, che suggerisce 2-3 porzioni al giorno di latticini (equivalenti a 30 g di formaggio duro o semiduro o a 60 g di formaggio a pasta molle). Nell’arco dei sette giorni, il consiglio è quello di consumare 2-3 volte a settimana i formaggi come secondo piatti, abbinandoli sempre a vegetali freschi per aumentare l’apporto di fibre. In questo caso i quantitativi ideali sono 50-60 g di formaggi stagionati e 100-120 g di formaggi freschi.
 

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