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aflatossine del latte

Aflatossine del Latte

Le aflatossine del latte, cosa sono e come si sviluppano


Il latte è un alimento prodotto in tutta Italia da piccole e grandi aziende, e subisce ogni giorno una serie di controlli molto accurati in ogni fase di produzione, a partire dai mangimi e foraggi con cui sono nutrite le mucche, sino alla produzione in azienda, all’imbottigliamento e alla trasformazione in formaggi e latticini di vario genere.

Tutti i rigidi controlli che il latte subisce in fase di produzione sono finalizzati ad offrire un prodotto di altissima qualità, senza difetti che ne possano compromettere la qualità e quindi di conseguenza la salute del consumatore finale.

Nel 2016 grazie al sistema di controllo, è stata scoperta la presenza di alcune tossine in certe partite di latte prodotto in Lombardia e Veneto e in generale nella Pianura Padana, con le quali si sarebbero dovute produrre delle forme di Grana Padano. Infatti l’estate del 2015 era stata una stagione molto calda, con elevati picchi di siccità, che portò a intensificare i controlli sui mangimi dati alle vacche di allevamento. Questi controlli hanno individuato la presenza di micotossine all’interno dei mangimi. Il tipo di mangime era mais ed era stato contaminato a causa dello stress idrico dovuto al forte caldo e alla siccità. Infatti questa tossina si sviluppa in condizioni di caldo costante, variabile dai 25° ai 32°C.
L’aflatossina può essere presente normalmente negli alimenti, ma ha un limite massimo regolato dalla legge italiana e dalle regole comunitarie europee.

I controlli sono partiti da due grandi gruppi, il Gruppo Ambrosi e la Centrale del latte di Brescia, che hanno analizzato per conto proprio il latte sospetto, e hanno comunicato immediatamente all’ASL i risultati ottenuti. Questo fatto lascia intendere quanto le grandi aziende abbiano a cuore la salute del consumatore e mettano in pratica meccanismi in grado di controllare scrupolosamente la produzione in modo da fornire al consumatore soltanto prodotti di altissima qualità e controllati in ogni singola fase di lavorazione. Il latte che venne rilevato come non idoneo, perché contaminato dalla aflatossine, venne distrutto e le stalle dalle quali proveniva il latte contaminato dalle aflatossine furono poste in quarantena fino a quando i valori non rientrarono nella norma.

L’aflatossina è una micotossina presente in mangimi o determinate derrate alimentari contaminate da un aspergillo, l’Aspergillus flavus, un fungo che si trova normalmente nelle zone molto calde e umide. Sono considerate delle sostanze molto nocive per la salute umana perché hanno un alto potere cancerogeno, dovuto al loro potere inibitore di sintesi dell’acido nucleico. Il loro effetto può verificarsi sul fegato e possono contrastare il sistema immunitario con la loro azione genotossica, epatocancerogena e mutogena. Le principali aflatossine sono la B1, la più pericolosa, la B2, la G1 e la G2, mentre i loro derivati metabolici sono M1 e M2. Le aflatossine sono molto difficili da eliminare perché sono termoresistenti, e ad esempio, nel caso scoperto nel 2016, le forme di Grana Padano contaminate dal derivato metabolico M1 di questa tossina non verranno immesse sul mercato.

Le aflatossine sono delle sostanze naturali ad elevata tossicità, che possono essere individuate nei prodotti caseari soltanto dalla grande industria, grazie alla mole di controlli che questa mette in pratica ogni giorno sui suoi prodotti in fase di produzione. Infatti le grandi industrie hanno come interesse sia non rimetterci il loro nome e la reputazione in caso di episodi come questo, sia garantire al consumatore finale un prodotto di alta qualità che risponda a delle caratteristiche ben precise, in primis il vendere prodotti che risultino essere alimenti sani e non nocivi. Spesso invece, come ha spiegato il dottor Paolo Aureli dell’Istituto Superiore di Sanità, sono proprio gli alimenti prodotti in casa e quelli distribuiti dalla ristorazione collettiva, senza controlli e verifiche, a risultare nocivi per la salute, per circa la metà degli eventi epidemici di tossinfezione alimentare, e circa 1/3 delle malattie collegate a quest’ultima.

Il caso che ha portato alla ribalta l’importanza dei controlli nelle colture di cereali e in particolare del mais e degli arachidi, è l’epidemia scoppiata negli anni ’60 in Gran Bretagna. Migliaia di polli e tacchini morirono perché una partita di farina di arachidi, forse proveniente dal sud America, era stata contaminata da questa micotossina.

Gli effetti sulla salute delle micotossine come le Aflatossine sono molto gravi: se si verifica un’aflatossicosi acuta, può manifestarsi un’alterazione dell’integrità intestinale, che potrebbe portare a un ritardo nella crescita dei bambini, o a un effetto immunosoppressivo. Nell’adulto invece, solo se queste tossine vengono assunte in quantità decisamente elevata, possono causare emorragie, danni epatici gravi e persino la morte.

Dato che le aflatossine hanno un alto potere ossidante, si ipotizza che possedere un sistema antiossidante forte, ottenuto grazie all’alimentazione, possa contrastare in maniera efficace un’eventuale intossicazione. Per fare il pieno di sostanze antiossidanti, è consigliato mangiare molta verdura cotta e cruda, legumi e cereali.