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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

11-11-2016

Novembre 2016


Lo scorso 10 ottobre la trasmissione “Indovina chi viene a cena” (una costola del più famoso “Report”) in onda su Rai 3, ha dedicato un lungo servizio al latte e alla filiera lattiero-casearia italiana.

La trasmissione ha gettato fango su tutti: dagli allevatori alle imprese di trasformazione. Il tutto senza alcun contraddittorio.

Per tutelare i prodotti e le imprese del settore, ci siamo immediatamente attivati, inviando una dura nota al presidente e al direttore generale della Rai, contestando i contenuti del programma ed evidenziando i danni di immagine per il settore.

Un settore che – a differenza di quello che è stato fatto vedere – fa le cose per bene, lavora seriamente ed è uno degli esempi più belli del made in Italy.

Fin qui la cronaca!

Non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare attacchi e bugie di questo tipo.

Probabilmente, dopo le nostre proteste, arriveranno i chiarimenti. Ci verrà proposto di partecipare a trasmissioni riparatorie, di raccontare la nostra versione dei fatti. Come sempre lo faremo, portando la voce delle imprese. Spiegheremo che gli studi presentati non solo sono vecchi e superati, ma anche una goccia nel mare delle ricerche che confermano l’opposto: latte e derivati sono parte integrante della corretta alimentazione. Come dimostriamo con il nostro progetto “L’Attendibile”, che parla sempre e solo con la voce della scienza accreditata.

Quel che continuiamo a non capire, però, sono le ragioni per le quali la Rai – che dovrebbe svolgere un servizio pubblico per il quale incassa parecchi milioni di euro l’anno di canone – mandi in onda un servizio che denigra gli allevatori, cavalca tesi alimentari estremiste, che solo pochi mesi fa hanno portato in ospedale alcuni bambini per malnutrizione, diffama aziende agricole e industriali che portano ricchezza e lavoro al nostro Paese. E non è la prima volta!

Purtroppo la storia si ripeterà. Almeno fin quando non si risolverà un problema di fondo, che abbiamo messo sul tappeto tante volte, ma che nessuno vuole risolvere.

È giusto che i grandi media (la televisione, la radio, la stampa) diano spazio a chi racconta frottole? Che si permetta a chiunque di dire qualunque cosa?

In questo modo si dà visibilità e si accreditano nutrizionisti improvvisati, dietologi matti, santoni e soubrette, che occupano spazi che dovrebbero essere invece dedicati alla corretta informazione.

È venuto il momento di dire basta! Perché non si tratta di garantire la libertà di stampa e di informazione, ci mancherebbe altro! Bensì di dare delle regole a chi ha il delicato compito di fare informazione, di far crescere la cultura del Paese, di avvicinare la gente comune a temi complessi, ma fondamentali, quali la salute.

E di far rispettare queste regole.

Adriano Hribal

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