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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE

03-10-2017

Ottobre 2017


Sembra fatto apposta: ogni anno, in estate – meglio se in pieno agosto – arriva un fulmine a ciel sereno.

Tanti ricorderanno la mozzarella blu di qualche anno fa o l’embargo sui formaggi imposto dalla Russia in pieno agosto in risposta alle decisioni dalla Commissione europea per i noti fatti della Crimea. O ancora le preoccupazioni sulle aflatossine che caratterizzano da qualche anno tutti i mesi estivi.

Quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato il blocco della Cina sulle importazioni di Gorgonzola e Taleggio. Lo stop non riguarda solo questi due formaggi, ma anche alcuni prodotti francesi e inglesi.

Le ragioni? Dicono che le muffe utilizzate per produrre questi ed altri grandi formaggi tradizionali non sarebbero (il condizionale è d’obbligo) consentite dalla normativa cinese, che elenca in modo molto dettagliato i batteri che possono essere impiegati dalle imprese alimentari.

In verità, la normativa cinese prevede esplicite deroghe per i ceppi tradizionali, ma le autorità sanitarie di Pechino si trincerano dietro una “logica” che di logico ha ben poco: la deroga vale solo per i ceppi cinesi!

La vicenda è paradossale: prima di tutto perché non è chiaro come si facciano a distinguere i ceppi tradizionali cinesi dagli altri. Inoltre, non va dimenticato che, pochissime settimane fa, i rappresentanti del governo cinese hanno accettato di inserire nell’elenco di prodotti tradizionali e con indicazione geografica da tutelare in Cina anche i formaggi che ora hanno bloccato. Vien da dire: alla faccia della tutela!

Se non ci fossero in ballo qualche milione di euro e un mercato nel quale sono tanti a credere e a investire, ci sarebbe da ridere. Anche perché il blocco, che – va ricordato – è stato voluto per ragioni di tutela della salute, arriva con notevole ritardo: negli ultimi dieci anni, l’export di Gorgonzola e di Taleggio è passato da pochi chilogrammi ad alcune tonnellate, senza che nessuno sollevasse problemi di sorta.

Cosa pensavano fossero quelle meravigliose striature verdastre caratteristiche del re dei formaggi blu? E l’arancio che caratterizza la crosta del Taleggio?

Abbiamo scritto ai nostri ministri e commissari europei e tutti si stanno interessando del problema che speriamo possa trovare a breve una soluzione.

È evidente che siamo di fronte a una vera e propria barriera non tariffaria, una scusa per limitare l’accesso di alcuni formaggi europei, i cui consumi crescono ovunque, anche in Cina.

Per quanto mi riguarda, la vicenda conferma quello che diciamo da tempo: sì agli accordi di libero scambio; sì a regole comuni per lavorare sereni sul mercato mondiale; sì al lavoro di squadra con le istituzioni per affrontare al meglio i problemi delle imprese.

Adriano Hribal

 
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