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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

10-09-2018

Settembre 2018


Un pastore che portava il proprio gregge a pascolare fuori dal villaggio si divertì a fare uno scherzo.

Di notte, mentre tutti dormivano, gridò: “Al lupo, al lupo!”. Tutti si svegliarono e accorsero per aiutarlo.

Ma il pastore burlone rivelò loro che era uno scherzo.

Ripeté lo scherzo tre volte e sempre quelli del villaggio si spaventarono e accorsero, per poi andarsene tra le beffe del pastore.

Accadde alla fine che un lupo venne veramente. E, mentre il suo gregge veniva sbranato e il pastore chiedeva soccorso, gli abitanti del villaggio, pensando che scherzasse, non si preoccuparono.

E così accadde che il giovane pastore perdette le pecore.

Questo guadagnano coloro che mentono: il fatto di non essere creduti quando dicono la verità.


I nostri lettori avranno certamente riconosciuto la famosa fiaba di Esopo che racconta del pastorello bugiardo.

Favola che mi è tornata in mente pensando ai continui allarmi che – in tanti settori (ma il nostro ha la palma d’oro) – continuamente vengono lanciati sui giornali.

“Al lupo al lupo!” è una vera e propria strategia di comunicazione, sempre più diffusa. Basta sfogliare un qualunque quotidiano per rendersene conto, con i titolisti dei principali giornali che sembrano godere nello spaventare le persone. Le notizie diventano “allarmi” (il caldo, il freddo, la pioggia, la siccità, la sicurezza, la violenza, ecc.), le normali discussioni si trasformano in “battaglie” quando non addirittura in “guerre” e chi la pensa diversamente dal solone di turno diventa un “nemico” da abbattere, un “traditore”.

Pur di accaparrarsi un titolo e per mera convenienza, si arriva ad accusare la scienza e le istituzioni, notoriamente indipendenti e sopra le parti, di essere prezzolate, al soldo di qualcuno.

I titolisti dei giornali ci sguazzano e gli editori godono, illudendosi di vendere qualche copia in più. Sulla rete Internet il livello è ancora più basso: temi complessi vengono banalizzati e gettati in pasto alla folla, che commenta, si schiera, accusa, senza saperne quasi niente, senza avere tempo e voglia di approfondire e dove nessuno si preoccupa di informarla in modo completo e obiettivo.

Tutto si ripete, di settimana in settimana, cercando qualunque occasione per gridare “Al lupo, al lupo!”.

Perché se non lo fai, non si parla di te. E se non si parla di te, non esisti. E se non esisti, non servi.

Su questo riflettevo quest’estate ed ero molto scoraggiato.

Poi, d’improvviso, mi sono illuminato: se seicento anni prima di Cristo, Esopo lanciava l’allarme e  fustigava questo atteggiamento dell’animo umano, allora non è colpa dei tempi moderni.

Forse per noi è naturale cercare la verità con la pancia e non con la testa.

E chi costruisce le proprie strategie di comunicazione, altro non fa che replicare un modello antico, usando con la forza degli strumenti moderni.

Mi consola la fine della storia: a chi grida al lupo al lupo senza motivo, prima o poi gli mangiano le pecore!

Adriano Hribal

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