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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

09-04-2018

Aprile 2018


Pochi giorni fa sono stati diffusi i dati consuntivi del 2017 sulle esportazioni di formaggi. Si può fare solo un commento: chapeau!

Un altro anno positivo, sia in termini di volumi che di fatturati realizzati all’estero. Anche in Paesi ai quali - fino a qualche anno fa - nessuno aveva pensato.

Ai nostri uffici arrivano quesiti i più disparati per nazioni come la Malesia, l’Armenia, la Costa d’Avorio, mete lontane o lontanissime, che testimoniano che il nostro export si allarga a macchia d’olio.

I successi che imprenditori e manager stanno riscuotendo nel mondo ci riempiono di orgoglio.

Guardando lontano, hanno visto in anticipo i cambiamenti che sarebbero intervenuti, hanno capito che a fronte di un mercato interno maturo, ci sono milioni di persone sparse per il mondo interessate ai prodotti di qualità.

Del resto, un imprenditore non sta mai fermo. La storia ce lo insegna: sempre più spesso non basta confermare i risultati dell’anno precedente, bisogna fare di più, perché solo crescendo non si arretra.

Per crescere, i nostri hanno sviluppato relazioni con gli importatori di mezzo mondo, aperto filiali e sedi commerciali un po’ ovunque, individuato i paesi più promettenti.

Una pacifica, inesorabile invasione di campo. Un successo planetario e meritato, ottenuto da chi – tante volte all’anno – si sveglia all’alba, si reca in aeroporto, affronta viaggi più o meno lunghi, tante volte scomodi, sopporta jet leg e fusi orari, incontra clienti, racconta la propria azienda, propone prodotti, stringe accordi con gli importatori, firma contratti, garantisce la qualità del prodotto e la costanza delle consegne, si procura le certificazioni di cui ha bisogno. Un’attività complessa e frenetica, che richiede doti al di sopra della media.

Sono sempre più convinto che il successo che il made in Italy sta riscuotendo è certamente legato alla qualità dei prodotti, ma ancor più al fattore umano.

Senza uomini e donne di qualità non si fanno prodotti di qualità.

Senza uomini e donne di qualità non si ottengono i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Esportiamo più del 40% dei formaggi che produciamo, il valore dell’export ha superato i 2,6 miliardi di euro, l’avanzo della bilancia commerciale dei formaggi ha superato i 900 milioni di euro.

Parafrasando una bella canzone sanremese di qualche anno fa mi chiedo: si può dare di più?

Probabilmente sì, soprattutto si potrebbero riconoscere a questi campioni dell’export i loro meriti, mettendo a loro disposizione una macchina statale più funzionante, strutture più moderne ed efficienti, investimenti pubblici mirati e non dispersi in mille inutili rivoli. In poche parole, un paese moderno degno di sedersi al tavolo con gli altri grandi dell’economia mondiale.

Adriano Hribal


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