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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

29-07-2016

Agosto 2016


Chi legge “Il Mondo del Latte” sa che per noi il tema competitività è un pallino fisso. Ne parliamo spesso… raramente veniamo ascoltati. Qualche volta ci guardano come fossimo marziani.

È evidente che chi dovrebbe fare qualcosa trova più facile fare orecchie da mercante piuttosto che pensare a possibili soluzioni, che è più semplice cercare un capro espiatorio invece che lavorare alle cause che ci fanno essere fanalino di coda in Europa per capacità competitiva.

Così, quando diciamo che in Italia i costi di produzione sono diventati insostenibili, i nostri amici allevatori rispondono alzando barricate difensive, ricordando i loro sforzi quotidiani, i loro investimenti e il lavoro fatto per aumentare la produttività in campagna. E invece di pretendere – insieme a noi – di essere messi in condizione di competere con i loro concorrenti, insistono per ottenere o mantenere in essere norme restrittive che ci allontanano da quello che dovrebbe essere un obiettivo comune.

Approfittando di questo spazio cercherò di chiarire – ancora una volta – a cosa ci riferiamo quando lamentiamo la carenza di competitività della nostra filiera.

Se parliamo di costi di produzione, ci riferiamo alle tasse, perché nel mondo ci sono 136 Paesi che hanno un livello di tassazione inferiore a quello italiano. Oppure ci riferiamo ai tempi di pagamento della pubblica amministrazione. Lo sapete che – secondo le rilevazioni più recenti – in Italia, in media, le forniture pubbliche vengono pagate dopo 131 giorni, contro una media europea di 51?

Vogliamo aprire una parentesi sui tempi di rimborso dei crediti Iva, anch’essi biblici se confrontati col resto d’Europa?

Ci piacerebbe affrontare insieme il tema dell’energia, che in Italia costa quasi il 30% più della media europea. Per non parlare dei costi degli altri servizi, che continuano ad aumentare: negli ultimi 5 anni, le tariffe dell’acqua sono salite del 34,8% (siamo 21,3 punti sopra la media degli altri paesi che usano l’euro). Poi c’è il peso della burocrazia, i grandi problemi strutturali del Paese, le lungaggini della giustizia, il capitolo irrisolto della corruzione e quello dell’evasione fiscale.

Per colpa di tutto ciò, fare impresa è diventato davvero troppo costoso, per noi, per i nostri fornitori, per i nostri clienti.

E perdiamo opportunità.

Ci piacerebbe che ai tavoli nazionali e regionali si parlasse finalmente di questo: sono temi che interessano tutti, perché incidono sulla capacità competitiva di tutte le imprese italiane, anche di quelle agricole.

Non ci si può occupare sempre, solo ed esclusivamente del prezzo del latte, trascurando i costi di produzione, che dovremmo insieme chiedere di ridurre, per avere un paese più efficiente e più attento alle nostre comuni esigenze.

 
Adriano Hribal

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