MENU

Assemblea

GRUPPO NAZIONALE DEL PECORINO

13-06-2017

Andrea Pinna - Assemblea 2017


Cari Soci,

l’anno appena trascorso rappresenta un anno record per la produzione: tutti i pecorini – Romano, Sardo, Toscano - hanno chiuso il 2016 con un aumento a due cifre: Romano 36.015 tonnellate (+19%); Toscano 3.652 tonnellate (+24%); Sardo 1.600 tonnellate (+14%).

Tuttavia, come ampiamente previsto, la troppa produzione ha fatto andare a picco il prezzo del latte ovino, creando tensioni anche importanti sull’intera filiera.

In realtà la sovrapproduzione, nel mondo lattiero caseario, è un fenomeno ciclico che si potrebbe governare con una seria politica di comparto, che coinvolga tutti gli operatori, evitando il “tutti contro tutti”.
Un primo intervento in tal senso è stato compiuto dal Consorzio del Pecorino Romano con il Piano di Regolazione della Produzione; un piano che, purtroppo, non ha potuto manifestare a pieno la propria efficacia in quanto attuato tardivamente e, quindi, non rispettato completamente. L’auspicio è che lo stesso, nei prossimi anni, si riveli un valido strumento di monitoraggio della produzione, a vantaggio dell’intera filiera.

Per il futuro, ci aspettiamo una probabile generalizzata diminuzione dei prezzi sia della materia prima sia del prodotto finito, quale onda lunga, dell’anno passato.

Per quanto riguarda l’export, un’attenzione particolare va al mercato americano; in particolare, al Nord America che è stata ed è la principale area di destinazione del prodotto.

Per noi una grossa preoccupazione è rappresentata dal fatto che la nuova amministrazione Trump possa imporre nuovi dazi doganali che al momento non sono previsti per i formaggi di pecora. Questa possibilità, in aggiunta al fatto che il pecorino, causa la propria intrinseca e storica vocazione all’export, risulta estremamente esposto e vulnerabile alle oscillazioni del cambio euro/dollaro, potrebbe creare problemi importanti al settore.

Siamo, comunque, fiduciosi, che la ripresa dei consumi, anche in ambito nazionale, possa dare importanti chance di ripresa per tutti, e, quindi, anche per i formaggi ovini.