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Assemblea

GRUPPO EXPORT

20-06-2016

Attilio Zanetti - Assemblea 2016


Gentili Soci, cari Colleghi,

anche quest’anno l’export ha registrato dei valori positivi, confermando l’importanza delle vendite estere in un momento così difficile per il mercato interno. Abbiamo raggiunto dei livelli record: le esportazioni dei nostri formaggi sono cresciute del 10% rispetto al 2014. Sono state destinate ai mercati esteri 363.000 tonnellate di formaggio e 24.000 tonnellate di latte confe-zionato, per un valore complessivo di 2,3 miliardi di euro. Siamo il terzo settore alimentare per export in Italia!

Le vendite intra-europee si confermano le più consistenti per le nostre industrie. Francia e Germania da sole rappresentano più di un terzo delle nostre esportazioni e valgono circa 800 milioni di euro. In forte crescita il Regno Unito, che oggi rappresenta il 9% del nostro export.

Uscendo dall’Ue, si conferma sempre più importante il mercato statunitense e aumentano le esportazioni in Corea del Sud, Cina e Emirati Arabi.

Tuttavia, il commercio internazionale non è sempre una “passeggiata” per noi imprenditori. Più cresce il numero dei nostri mercati più ci troviamo a fronteggiare difficoltà burocratiche, amministrative e culturali per riuscire a vendere i nostri prodotti oltreconfine.

Ecco, quindi, che risulta fondamentale guardare con un atteggiamento proattivo gli accordi internazionali che l’Unione europea sta discutendo, o ha in programma di discutere con i Paesi Terzi.

A tal proposito, è doveroso sottolineare il grande lavoro che le istituzioni europee stanno portando avanti nelle negoziazioni con gli Stati Uniti per la chiusura del TTIP. Per noi è un accordo molto importante, garantirebbe maggiore sicurezza e stabilità alle vendite dei nostri prodotti in un mercato profittevole come quello statunitense (siamo i primi esportatori caseari del mondo verso gli USA!), ma è essenziale che questo accordo sia raggiunto solo attraverso la definizione di regole chiare per le quali è necessario garantire un’applicazione certa.

Questo mi porta ovviamente al tema delle Indicazioni Geografiche. C’è ancora molta distanza tra i Paesi europei e gli USA sul riconoscimento delle denominazioni d’origine. Per trovare un compromesso l’Ue vorrebbe prendere spunto dal metodo usato durante le discussioni sul CETA (l’accordo con il Canada), con una lista aperta di prodotti riconosciuti da entrambe le parti. Dal canto loro gli Stai Uniti non sembrano intenzionati a utilizzare questo metodo come base negoziale.

Abbiamo più volte dato voce alle preoccupazioni del nostro settore. A livello nazionale, partecipando ai Tavoli di coordinamento ministeriale e a livello europeo in EDA – la nostra associazione europea – e con interventi diretti nelle varie nelle  Commissioni interessate. Ciononostante, la strada è ancora lunga e tortuosa, colma di insidie e difficoltà. Per questo risulta sempre più necessario fare sistema e contribuire collettivamente al raggiungimento di quegli obiettivi capaci di garantire la crescita delle esportazioni dei nostri prodotti, che rappresentano un modello di diffusione del Made in Italy nel mondo.

In ogni caso, è necessario assicurare che le autorità di controllo nazionali si prendano carico delle procedure di verifica delle denominazioni d’origine, mettendo in pratica la bontà degli accordi raggiunti.

La questione TTIP è troppo importante, una soluzione è necessaria, ma una soluzione che veda riconosciute le nostre indicazioni geografiche senza se e senza ma! Come ho già avuto modo di sostenere in un recente convegno sugli effetti dei TTIP nel settore lattiero caseario, è fondamentale che il negoziato passi preliminarmente attraverso un accordo sulle indicazioni geografiche, diversamente meglio nessun accordo!

Tuttavia l’export non dipende solamente dagli accordi commerciali. Dipende anche dalla promozione e dalla capacità di lanciare messaggi efficaci alla popolazione mondiale sulla qualità dei prodotti italiani che sempre di più incarnano uno stile di vita molto apprezzato nel mondo. In questo senso il Governo italiano ha lanciato una campagna promozionale per la valorizzazione del Made in Italy che ha coinvolto anche alcune delle nostre DOP. Questa iniziativa, intitolata “The extraordinary italian taste”, speriamo contribuirà ad una maggiore chiarezza sull’italianità, stimolando i consumatori a prestare maggiore attenzione ai dettagli e a preferire i nostri prodotti.

Il mio auspicio è che le performance delle nostre aziende migliorino di anno in anno, magari grazie ad un quadro internazionale maggiormente definito e meglio regolamentato. La cosa certa è che il nostro lavoro si concentrerà proprio su questo: cercare di intervenire a qualsiasi livello per garantire la salvaguardia degli interessi del sistema Italia e delle nostre imprese.

Grazie a tutti per l’attenzione.